Aleister Crowley è stato un noto esoterista del XX secolo. Forse il più noto a cavallo tra la fine del 1800 e la prima metà del ‘900, divenuto vera e propria leggenda vivente costantemente in bilico tra realtà storica e mito. La bestia 666, la grande bestia, il mago o l’uomo più malvagio del mondo sono solo alcuni appellativi che il mago ricevette o si autoaffibbiò nel tentativo di determinarsi/essere determinato. Sicuramente il suo oscillare tra bene e male cercando di essere al di là di entrambi in una concezione nietzschiano del (super)uomo fatto di pura volontà e, in quanto tale, potenzialmente al di fuori della morale in una tendenza al divino che gli è propria.
Quel che è certo è che gli stereotipi hanno definito la figura di quest’uomo estremamente colto, culturalmente onnivoro e intellettualmente attraente. Uno showman dell’eccesso tanto odiato quanto ammirato. Proprio per questa tendenza a renderlo “personaggio” più che uomo e a collocarlo quindi a bidimensionali estremi (spesso negativi), incentrare un fumetto su di lui deve essere stata una mossa abbastanza rischiosa. Mossa che Douglas Rushkoff ha tentato in maniera assolutamente riuscita nel suo fumetto Aleister & Adolf, pubblicato in America dalla Dark Horse Books nel 2016 e portato in Italia quest’anno (2021) dalla Magic Press Edizioni.
Douglas Rushkoff non è un semplice scrittore: noto massmediologo esperto di tecnologia, considerato dal MIT uno dei dieci intellettuali più influenti del pianeta, scrive da sempre fumetti in cui affronta temi quali i mutamenti culturali, la ciclicità storica dell’umanità e il ruolo delle religioni nella cultura globale. Non stupisce allora che in quest’opera controversa concentri la propria attenzione sul potere magico del “simbolo” nell’iconografia contemporanea tra propaganda e controllo massmediale della società.
Lo scopo di Rushkoff, supportato dai potenti disegni in bianco e nero di Michael Avon Oeming, è quello di raccontare la Seconda Guerra Mondiale da un punto di vista alternativo, quello della guerra esoterica ed occulta combattuta tra il reich nazista di Hitler e il Magick di Crowley. Due tipi di magia a confronto, quella nera basata sul dolore ed il sangue del male assoluto, rappresentato da Adolf, e quella basata sul principio di volontà di un ormai vecchio esoterico Aleister. La svastica contro il V for Victory, una lotta tra simboli che diventano strumenti di propaganda incarnando due diverse concezioni del mondo che si scontrano sul medesimo campo di battaglia, quello della società di massa.
Aleister & Adolf non è un graphic novel facile. Certo, la forma resta quella di una spy story in senso classico, avvincente e capace di tenere con il fiato sospeso, o di un thriller storico. Ma i temi affrontati sono niente affatto semplici: il risultato è un contrasto tra forma e sostanza, una riflessione su come la vera magia non sia fatta di incantesimi e armi fatate, ma di pura volontà e di condizionalmento mentale e sociale. Per questo Crowley non viene rappresentato come satanista o mago nero, ma fine conoscitore della mente umana, scettico e ateo prestigiatore, colto esoterico che sa quanto la forza di un simbolo stia non nel simbolo stesso ma nel suo potere propagandistico e nella volontà di credere strenuamente in esso.
Douglas Rushkoff è bravissimo nel raccontare una storia del genere e nell’inserirla in un contesto contemporaneo, quegli anni ’90 che fanno da cornice, basato sull’iconografia commerciale erede dell’esoterismo e quindi del controllo che le aziende e le multinazionali esercitano sul mondo globalizzato sfruttando la sua arma più potente e attuale: il web.
Rushkoff e Michael Avon Oeming scrivono e disegnano un fumetto bello, affascinante e corposo seppur molto breve nelle sue 80 pagine o poco più. Un’opera che avvince e tiene incollati alle pagine ma, allo stesso tempo, osserva la storia da una prospettiva differente, sfatando i miti cospirativi, prendendoli in giro ma ricordandoci anche la loro pericolosità.
Il fatto che l’autore sia un’autorità in materia è una garanzia: l’opera oscilla tra realtà storica e fantasia, facendosi metafora. In questo fumetto è possibile trovare personaggi reali (a partire da Crowley, vero protagonista “morale”, e un Hitler mai raffigurato, passando per Ian Flamming, il Generale Patton e Winston Churchil) e di fantasia. La scrittura è sicura e affascinante mentre i disegni di Oeming passano dal realistico all’evocativo, dal noir all’onirico senza trascendere dal simbolismo occulto e sessuale. Un’opera che può piacere a chiunque ma farà felici soprattutto gli appassionati di occulto e storia massmediale.
Ottima l’edizione Magic Press, un brossurato con alette che include, oltre al fumetto, una prefazione di Grant Morrison, un’intervista a Rushkoff e una sezione sketchbook con le annotazioni e i commenti di Oeming.