Essere lettori onnivori vuol dire non aver paura di “consumare” generi diversi tra loro, non porsi limiti letterari e non aver paura di uscire dalla propria zona comfort. Io, purtroppo, non sono un lettore onnivoro. Nel senso che sì, ci provo anche a lasciarmi andare a generi che non sono (propriamente o per nulla) nelle mie corde, ma il risultato non è sempre positivo.
L’ultimo tentativo che ho fatto per uscire dalla mia zona comfort è stato approcciarmi al romance. Ovviamente non si è trattato di un salto nel buio: il romance che ho scelto di leggere appartiene alla categoria “paranormal” e ciò significa che i temi e i canoni del “romanzo rosa” sono inseriti in un contesto “paranormale”: vampiri, licantropi, mutaforma e chi più ne ha, più ne metta.
Andiamo con ordine:
D: cosa ho letto?
R: Furor, di M. D. Ferres. Primo capitolo di una serie paranormal.
D: come sono arrivato a leggere il romanzo romance di questa scrittrice emergente?
R: L’idea di tentare col romance mi ronzava per la testa già da un po’, ma la decisione si è concretizzata dopo aver conosciuto l’autrice su Instagram, dove ho imparato ad apprezzarne gusti e personalità. Da qui è nata questa collaborazione.
La domanda delle domande però resta: com’è stato il mio primo approccio a questo genere così lontano dalle mie abitudini narrative? Di questo parleremo dopo aver letto la sinossi:
Costretta a tenere perennemente a bada i suoi devastanti poteri telepatici, Miriam vive da due anni a New York, cercando di lasciarsi alle spalle le strazianti cicatrici che l’hanno resa una ragazza schiva e solitaria. Dopo essere sopravvissuta all’attacco di una mostruosa creatura sanguinaria, sarà costretta a mettere i propri poteri al servizio dell’Ordine dei Guardiani, entrando a far parte di una squadra speciale di esseri sovrannaturali incaricata di scoprire l’entità delle misteriose creature apparse in città ed eliminarle.
Il romance ha i propri canoni e le proprie caratteristiche, che combinati ne definiscono l’identità letteraria. Per questo motivo, caratteristiche e canoni possono essere traditi fino a un certo punto: più in là non ci si può spingere, poiché c’è il rischio di snaturare il genere. Quando ci si approccia a qualcosa, bisogna aver prima di tutto ben chiaro a cosa, altrimenti opinionare a riguardo diventa intellettualmente scorretto. Leggere un romanzo rosa lamentandosi delle scene romantiche o di quelle erotiche ha quindi poco senso. Ed è proprio quello che non mi è piaciuto di Furor. Non è colpa di Furor, però. Né della Ferres che lo ha scritto. Lo avevo già capito dopo aver letto il mio primo romanzo erotico: scene d’amore e scene di sesso tendono ad annoiarmi. Ovviamente nella misura in cui si possono trovare in un romanzo del genere. In mio soccorso, per fortuna, è venuta l’ambientazione e il lato paranormal della vicenda narrata. La presenza di personaggi e situazioni che fanno parte del mio background “di genere” e che richiamano i topos dell’horror. Se a questo aggiungiamo le splendide scene d’azione che coronano una storia dinamica e appassionante, posso dire che senza ombra di dubbio Furor è stata una lettura interessante, con molteplici richiami alla cultura pop di almeno mezzo secolo e con numi tutelari di tutto rispetto che fanno da richiamo ad un certo modo di intendere il genere. Penso ad opere come Buffy – L’ammazza vampiri, True Blood o ai romanzi di Laurell K. Hamilton.
La storia, dal respiro piuttosto dilatato (tanto che Furor si dimostra solo il primo di una serie di romanzi), pur giocando su un terreno internazionale, non rinuncia ad una certa italianità incarnata per lo più dalla protagonista. Il worldbuilding, seppur appena accennato, permette inoltre di inserire gli eventi in un contesto equilibrato che non risentirebbe di futuri ampliamenti.
Lo stile dell’autrice è assolutamente convincente, la sua prosa è senza macchie, caratterizzata da una sintassi assolutamente di livello. Tanto le scene più violente e splatter quanto quelle sessualmente più esplicite dimostrano una cura e uno studio che va ben oltre il romanzo di un’emergente, mentre le scene più propriamente “rosa” non risultano mai stucchevoli e sono dal forte impatto emotivo (sempre contestualizzando il romanzo al genere).
Il romanzo è in terza persona, scelta a quanto pare abbastanza in contrasto con i canoni del romance, ma per me particolarmente azzeccata poiché permette una coralità di punti di vista che porta ad un approfondimento dei personaggi, non solo quelli principali.
Ci sono però due cose che non mi sono piaciute particolarmente. Il primo è sicuramente il personaggio di Miriam, che ho trovato irritante tanto nei modi e negli atteggiamenti quanto nei dialoghi. Il secondo è lo scioglimento del nodo narrativo un po’ forzato, dopo cui il romanzo subisce un’accellerata che porta alla conclusione di questo primo atto creando quello che per me è uno squilibrio, avvertito però solo verso il finale.
Furor, nonostante quelli che per me sono difetti, è un romanzo davvero ben scritto, coinvolgente e appassionante. Sicuramente non potrà non piacere agli appassionati del genere e probabilmente piacerà a chiunque nutra (come me) grande passione per le tematiche “paranormal”.
Ringrazio di cuore l’autrice per avermi permesso di leggere il suo romanzo.
Furor, di M. D. Ferres, è una pubblicazione self disponibile su Amazon sia in formato cartaceo che digitale. Il link è QUESTO QUI.