Recensione “L’orrore a Red Hook” (di Alessandro Manzetti e Stefano Cardoselli, 2020)

Titolo: L’ORRORE A RED HOOK; Autori: Alessandro Manzetti e Stefano Cardoselli; Editore: Independent Legions Publishing; ISBN (Edizione Cartacea) 978-88-31959-65-0; Pubblicazione: Luglio 2020; Edizione Collection – Tiratura Limitata (349 copie numerate); Collana: High Voltage - Serie: Lovecraft Experience; Pagine: 88 – Brossura; Copertina e Illustrazioni interne: Stefano Cardoselli; Adattamento e Sceneggiatura: Alessandro Manzetti; Lettering: Alessio Stucci; Prezzo di copertina (Ed. Cartacea Collection): €12,50.

Leggere fumetti è spesso un’attività impegnativa. Nonostante quel che la gente pensa di questa forma artistica, troppe volte confusa con un prodotto per bambini o di serie B e sdoganata solo nel momento in cui si apre a ben più blasonate forme espressive, leggere storie a fumetti non è affatto una cosa semplice. Anche perché “leggere” può voler dire prima di tutto “interpretare”. Il connubio tra parole e immagini non è affatto scontato e si realizza in un codice che resta da penetrare, decifrare, assimilare. Il fumetto può essere simbolo, non solo nella propria componente grafica. Nella stessa maniera in cui simbolica può essere una tipologia di scrittura letteraria. L’horror è un genere simbolico nel suo tentativo di perturbare rappresentando sentimenti e sensazioni ancestrali. H. P. Lovecraft, tra gli scrittori dell’orrore, è stato quello che più è riuscito nell’impresa, non solo codificando il genere e definendo (involontariamente) un canone, ma soprattutto creando un vero e proprio universo narrativo immaginifico. Non a caso cinema e fumetto hanno provato più volte a traspositare le sue opere nei rispettivi media.

Ci hanno provato anche Alessandro Manzetti e Stefano Cardoselli, rispettivamente sceneggiatore e disegnatore di L’orrore a Red Hook, graphic novel del 2020 pubblicato da Independent Legions Publishing, casa editrice specializzata in horror, weird e dark fantasy. Una libera trasposizione del racconto omonimo lovecraftiano, ma ambientata in epoca contemporanea.

Leggere L’orrore a Red Hook è stato come immergersi nelle tipiche atmosfere del Solitario di Providence. L’abilità dello scrittore americano stava nel creare un vero e proprio universo alternativo alla realtà percepita, l'”Altrove”; quella di Manzetti e Cardoselli sta nell’evocarlo senza esporsi troppo alla necessità di raccontare, lasciando che immagini e parole facciano emergere il caos danzante evocato da Robert Suydiam, sacerdote di un culto locale nella chiesa di Red Hook. Caos che dovranno affrontare una coppia di poliziotti chiamati ad intervenire in risposta a una denuncia di urla e canti satanici.

La chiave di lettura alla base di L’orrore a Red Hook sta, secondo me, nella visione pulp che i due autori hanno voluto dare alla vicenda. Da un punto di vista squisitamente grafico, ad esempio, siamo di fronte ad un bianco e nero assoluto, privo di qualunque scala di grigi, che ricorda l’inconfondibile stile milleriano di Sin City, e infatti questo fumetto si apre quasi fosse un hard boiled per poi lasciarsi andare a toni più tarantiniani, con un gusto per lo splatter estremamente granguignolesco. I toni realistici, seppur esagerati, si perdono gradualmente man mano che la vicenda mostra i propri evidenti contorni horror e nel momento in cui il sovrannaturale emerge e invade una realtà narrativa inizialmente più vicina alle tinte dark che mi ha ricordato quelle de Il Corvo. Da un certo punto di vista lo stile di Stefano Cardoselli, senza voler fare inopportuni paragoni, mi è sembrato ispirato da quello di Mike Mignola, soprattutto nella fisionomia dei personaggi.

Dal punto di vista della scrittura, invece, la narrazione procede secca ed enigmatica, in un connubio tra balloons e disegni che non riempie le tavole e le lascia respirare. L’orrore a Red Hook è un fumetto che si apre con i dialoghi dei due poliziotti protagonisti, il cui punto di vista sembrerebbe veicolare quello del lettore prima di immergersi nell’orrore evocato dal titolo. Mano a mano che le pagine scorrorno, però, la scrittura si fa sempre più rarefatta nel tentativo di sorreggere i disegni e farli parlare, quasi Alessandro Manzetti procedesse per sottrazione lasciando posto alla violenza dilagante e alla rappresentazione dell’assurdo che si fa verbo in una litania ossessiva, quasi una strofa magica che permea tanto Red Hook quanto le pagine di questo fumetto.

Se c’è una cosa che mi ha convinto meno è stata una certa mancanza di costanza a livello grafico, soprattutto quando l’azione si fa più dinamica: certe tavole a mio gusto si fanno poco dettagliate o mi sono semplicemente piaciute meno: per questo ho rischiato di perdere il filo degli eventi nella loro successione causa-effetto e di perdermi tra i personaggi.

L’orrore a Red Hook è un fumetto horror che tenta di conciliare una visione grafica pulp e splatter ad una filosofia narrativa evocativa come quella lovecraftiana, tutto in chiave moderna. Ci riesce? Assolutamente sì. E non era affatto facile, né scontato. Perché leggere fumetti è un’attività impegnativa, ma farli lo è molto di più. Graphic Novel consigliato agli appassionati di H. P. Lovecraft e a chi cerca un horror indipendente che non ha paura di osare e di spingersi su strada impervie riuscendo ad attuare quella sintesi simbolica tra immagini e parole che a me piace tanto.

Ringrazio la Independent Legions Publishing per questa collaborazione e per avermi dato la possibilità di leggere il loro fumetto. L’orrore a Red Hook è aquistabile su Amazon e direttamente dallo store della Casa Editrice: www.independentlegions.com/store/p272/redhook.html.

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